
“Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo. Ciechi che vedono, ciechi che, pur vedendo, non vedono.”
José Saramago nasce a Azinhaga, in Portogallo, il 16 novembre 1922 e muore a Tías il 18 giugno 2010.
Trasferitosi a Lisbona con la famiglia in giovane età, abbandonò gli studi universitari per difficoltà economiche. Lavorò come fabbro, disegnatore, correttore di bozze, traduttore, giornalista, fino a impiegarsi stabilmente in campo editoriale, lavorando per dodici anni come direttore letterario e di produzione.
Nel corso della sua carriera diede il via ad una generazione post-rivoluzionaria, pubblicando opere che ottennero numerosi riconoscimenti.
Pur restando un personaggio “sopra le righe” e altrettanto controverso, sia per il mondo politico che ecclesiastico, nel 1998 gli venne conferito il Nobel per la letteratura.
Le sue opere sono famose per l’essere fortemente dissacratorie e per mettere implacabilmente a nudo i mali della nostra società. La sua genialità sta, infatti, proprio nel ritrarre l’uomo universale nella sua nudità e nel suo anonimato.