Autore: Ernest Hemingway

Anno: 1926


Uno stile semplice, asciutto ed essenziale, un linguaggio che trabocca di verità ed esistenzialismo, mettendo a nudo ogni condizione umana. “Fiesta” rappresenta una delle pietre miliari del ‘900, confermando lo scrittore statunitense uno dei più influenti di tutta la storia.

Un gruppo di giovani amici internazionali viaggiano da Parigi a Pamplona per assistere al festival annuale della corsa dei tori, il tutto arricchito da cene, sbronze e discorsi che, grazie ad un linguaggio evocativo e ricco di significato, sembrano riguardare tutti noi.

“Non m’importava che cosa fosse il mondo. Volevo soltanto sapere come viverci. Forse, se scoprivi come viverci, imparavi anche che cos’era”

Dialoghi che trovano sfogo in risse, amori e sentimenti contrastanti, rendendo ancora più vero questo romanzo di matrice autobiografica. L’atmosfera iberica fa da sfondo alle vicende del gruppo, le quali riescono a trasportare il lettore dalle viette romantiche di Parigi alla crudità e all’asprezza della corrida, dove il tema della morte è centrale.

Il romanzo scorre senza intoppi, riesce a non farsi sfuggire nulla nonostante il linguaggio basico e semplice che solo Hemingway riesce ad utilizzare con saggezza.

Classificazione: 4 su 5.

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