Autore: Thic Nhat Hanh
Anno: 1987
“Il Buddha chiuse gli occhi. Aveva pronunciato le sue ultime parole. La terra tremò. I boccioli di sala scendevano come una pioggia. Tutti si sentivano scossi nel corpo e nella mente. Seppero che il Buddha era entrato nel nirvana.”
Narrata e ricostruita in base ai testi canonici pali e cinesi, quello di Thich Nhat Hanh è un lavoro maniacalmente dettagliato e rasserenante, egli infatti ci propone quella che è stata la vita del Buddha in tutte le sue sfaccettature.
Siddhārtha Gautama prima di diventare monaco fu un principe, erede al trono e futuro guerriero, o almeno era quello che avrebbe voluto il padre, infatti i desideri di Gautama erano ben diversi. Lasciò moglie e figlio per intraprendere la via dell’illuminazione, la via che lo rese per tutti “Il Risvegliato”, o come lo conosciamo tutti: Buddha.
Il Buddha ci spiega come la fonte della vera felicità sia una vita di pace e libertà, che consente di sperimentare a pieno le meraviglie dell’esistenza, la vita inoltre rimarca spesso sullo stato di impermanenza, infatti dove c’è nascita c’è morte, dove c’è unione c’è distruzione, niente rimane uguale e tutto si trasforma.
“Le sensazioni piacevoli prodotte dalla gratificazione dei desideri sensoriali non sono nulla rispetto alla gioia e alla felicità che reca la meditazione.”
Attraverso questo testo possiamo fare esperienza di una come una persona sola possa instillare in ognuno di noi i semi della compassione e della benevolenza così che egli stesso possa ancora vivere: il Buddha si è trasformato, non è morto.
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